mercoledì 6 dicembre 2017

Tommaso Romano, "Schegge di Estetica" / 1

Se l'arte possiede una sua intrinseca grammatica per comunicare significato donando un senso, essa ha bisogno di segni efficaci che simboleggino i concetti. Tuttavia, senza una grammatica rivelativa si ha in Arte, la deriva del linguaggio espressivo (in pittura, scultura, poesia, narrazione, musica, architettura) nella caduta babelica del non senso, nel disarmonico, del falso concettuale, (dato che il vero è affidato alla indagine razionale della filosofia e dell'estetica, e a quella che penetra il mistero della verità affidata anche alla teologia, elevato a individualistica e anarchica misura del proprio fare fine a se stesso).
La sostanza della forma non consiste solo nella copia del vero ma nel vero che aspira ad esserlo assertivamente, anche con modalità espressive diversificate, che hanno l'orizzonte della bellezza nel trascendersi come conoscenza sublime, di contro al tellurico devastante che, selvaggiamente e in modo bugiardo, simbolizza la dissolutiva distruzione fine a se stessa, in realtà annichilendosi.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.