di Tommaso Romano
Ideare e
realizzare una biografia – itinerario e al contempo una indagine critica di
respiro su un Autore vivente, è sempre e comunque una sorte di “impresa”. Da
premettere che, da tempo, sostengo, operando in tal senso, sull’utilità
assoluta di indagini e monografie sugli scrittori che ancora, fortunatamente
per loro e per noi, hanno “lavori in corso” da consegnarci. La monografia di
Vittorio Riera su Calogero Messina si
iscrive, autorevolmente, in questo contesto. Intanto per la statura dei due
scrittori e studiosi.
L’uno,
Riera, attento ai segni dei tempi, alla poesia, egli stesso brillante scrittore,
critico di artisti come i Di Giovanni. L’altro, storico (allievo e curatore
delle opere di Virgilio Titone), poeta, letterato, cultore di tradizioni sacre
e popolari, ha al suo attivo una consistente bibliografia che spazia da
Calpurnio Siculo a Voltaire, da Eugenio il Poeta a Giuseppe Ganci Battaglia,
del settecento classicista e illuminista alla stesura di cronache di viaggi (la
Spagna, la Grecia e la Francia, soprattutto). Il volume, edito da Herbita di
Palermo, ma fuori commercio, prende abbrivio dal rapporto fondante intessuto dal Messina (per 35 anni) con il
Canonico De Gregorio (1923 – 2006),
benemerito storico della Diocesi agrigentina
e direttore de “L’amico del Popolo”,
un maestro e una guida per Calogero Messina, che è legatissimo pure a quei luoghi
e a Santo Stefano di Quisquina (dove è nato e vissuto per i primi anni) e
all’agrigentino.
Riera
fonda, come pietra miliare, la prima parte della sua ricerca mettendo in
rilievo, anche del punto di vista umano, il rapporto del Messina col canonico.
Per quanto nodale, tuttavia, il titolo dell’intero volume poteva essere più
comprensivo dell’intera opera del Messina, apparendomi, quello scelto, invero
restrittivo, rispetto alla mole documentaria e all’inquadramento globale che
Riera sviluppa a tutto tondo sul personaggio. Pagine esemplari sono quelle, ad
esempio, del rapporto Titone-Messina, la devozione di quest’ultimo per un
maestro di scienza e di vita, sempre ricordato e presente nella lezione
metodologica che lo storico e letterato di Castelvetrano ha saputo trasmettere
come visione di libertà e di autonomia dalle ideologie e dalle mode.
Messina ha
pure realizzato, e se ne dà il giusto rilievo, una monumentale ricerca di
storiografia municipale sulla specificità siciliana, attraversando e studiando
tutti i centri dell’isola sotto diversi angoli visuali e storici, con una
ricerca originale del genius loci,
piuttosto che partendo dal solito municipalismo sociologico, colmo di aride e
ripetute cronache e statistiche. Opera ancora purtroppo inedita, per le
difficoltà editoriali che la mole della stesura comporta. Non mancano,
nell’indagine, le frequentazione del Messina con letterati e storici e i riscontri
che la critica più avveduta ha giustamente dedicato a questo orgoglioso isolato
della cultura siciliana che, appunto, meritava finalmente un libro come questo
di Vittorio Riera. Ci si augura che in una prossima edizione possa essere accolta una bibliografia di e su Calogero Messina, utile per dare completezza e possibilità di ulteriori approfondimenti.
Conosco dalla
mia giovinezza Messina e ho avuto il dono della sua frequentazione, specie
negli anni Settanta. Ne riconosco il valore, la personalità, la grande serietà
negli studi e negli approfondimenti. Sono stato inserito, con due acerbe
poesie, nella sua bella e storica Antologia poetica “Voci di Sicilia” (1973), ho
pubblicato come Thule il suo Manifesto Letterario “L’Orma”, documento esemplare di stile e
rigore culturale (presentato, con Giuseppe Ganci Battaglia, al primo, storico,
Convegno Nazionale di Thule, al Jolly Hotel nel 1976, con vivo successo, come
sottolinea lo stesso Riera).
Messina è
pure Autore di un bel Proemio per la prima delle Antologie di Thule “Fragmenta”
(da cui nel 1977 l’omonimo e tuttora fiorente
Premio Internazionale Fragmenta) nonché di una monografia sul pittore e
restauratore siciliano Rosolino La Mattina, presentata al pubblico da Vincenzo
Tusa nel 1976. A sua volta, ebbi modo di presentare la splendida e insuperata monografia
del Messina, sulla figura e l’opera del Poeta delle Madonie, Giuseppe Ganci
Battaglia, alla Palazzina Cinese di Palermo.
Ricordi
vivissimi ancora, che hanno accompagnato, in poche ore, la lettura del libro di
Riera, che ha mostrato – oltre la già evidenziata qualità critico –
documentaria – una straordinaria capacità di sintesi, come in un variegato,
eppur unitario, affresco d’insieme.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.