mercoledì 31 dicembre 2014

L'ENCICLOPEDIA ITALIANA LA PIU' GRANDE IMPRESA DI CULTURA DEL NOVECENTO DI GIOVANNI GENTILE IN UN BEL SAGGIO DI ALESSANDRA CAVATERRA

Nell'ultimo giorno dell'anno,con romantica neve a Palermo,si legge con piu' interesse un libro,speditomi da Siena dall'otttimo amico Rodolfo Gordini che dirige la benemerita casa editrice Cantagalli,scritto da Alessandra Cavaterra dal titolo ''La rivoluzione culturale di Giovanni Gentile.La nascita della Enciclopedia Italiana'',2014,con acutissima introduzione di altro stimatissimo Amico,lo storico Giuseppe Parlato che ha giustamente inserito la ricerca, nella sua importante collana I Fatti e la Storia.
 Dire di Giovanni Gentile non basterebbe un anno a venire,lo dico da non gentiliano da sempre,e tuttavia ammiratore del sommo castelvetranese,che pure ho modestamente onorato con la ripubblicazione dell'Annuario della Biblioteca Filosofica,a cura di Piero Di Giovanni ,quando ero vicepresidente e assessore alla Cultura della Provincia,e piu' recenemente presentando proprio a Castelvetrano grazie a Beppe Bongiorno, una bella antologia di scritti gentiliani curata da Marcello Veneziani e ancora a Reggio Calabria ,nell'anniversario del barbaro omicidio del filosofo,per l'organizzazione di Fortunato Aloi, nella prestigiosa sede dell'Universita' per Stranieri.
 Il libro della Cavaterra mette in luce la genialita' di Gentile,architetto di una vera e propria impresa,avendo con assoluto rigore e con grande liberta' dato vita ad un tempio laico mai piu' eguagliato e semmai giustamente continuato nel tempo fino ad oggi.
 Dicevo liberta' perché Gentile visse e opero' e socraticamente mori',sempre nel massimo rispetto di tutte le idee e opinioni,purche' oneste e fondate.Ne e' prova l'apertura dei tomi dell'Enciclopedia a chiari oppositori del fascismo,ebrei compresi,un centinaio,fra cui molti autentici scienziati come Giogio Levi dalla Vida,Elia Artom,Israele Zoller,Umberto Cossuto.
 Nel volume non si tacciono i rifiuti a collaborare,il   meccanismo  redazionale,l'organizzazione ,le vicende societarie,con una parte ampia dedicata alle Sezioni nelle grandi aree di lettere,scienze e arti (aeronautica, agraria, antichita' classiche e archeologia, antropologia ed  etnologia, architettura ,astronomia, libri, chimica, scienze mediche, economia statistica e scienza delle finanze, filosofia, pedagogia e storia delle religioni, fisica industria, ingegneria, letterature e linguistica, matematica, musica sport, arte, teatro zoologia ecc.).
Un  saggio di respiro che ci restituisce organicamente un pezzo tanto occultato della nostra storia.
Tommaso Romano

venerdì 26 dicembre 2014

''LA VIRTU' DELL'ELEFANTE'' DI PAOLO ISOTTA
 Recarsi in libreria per trovare buoni libri e' sempre piu' impresa a dir poco disperata.
Saggistica usa e getta,ripetitiva,inconcludente e ''politicamente corretta'',testi di nuovissima filosofia illeggibili,psudoavanguardia musicale  rifritta,creativita' letteraria a livelli desolanti.
 Debbo al mio mitico libraio Piero Onorato della Brodway di via Rosolino Pilo a Palermo,uomo colto come pochi e sempre informato,il consiglio per un librone di seicento pagine di Paolo Isotta,(che leggo pero' da molti anni su quotidiani e periodici)dal titolo ''La virtu' dell'elefante.La musica,i libri,gli amici e  San Gennaro'',edito da Marsilio.
 Riduttivo definirlo un libro di memorie,pur all'altezza degli eventi e avvenimenti trattati daL noto musicologo napoletano,che non vuol farsi chiamare Maestro, data l'abbondanza in uso di tale appellativo,un di' glorioso,per comparse e scrittorucoli.Libro che ho letteralmente consumato nella giornata di santo Stefano,limitando cibo e frasi fatte,e immergendomi nella napoletanita' di un grande critico musicale,oggi del ''Corriere della Sera'' che e' inviso al partitone degli '' intellettuali'' egemoni,agli sperimentatori che non conoscono né la musica né i solfeggi,e tantomeno la storia.
 Sfilano cosi' lievi e gravi figure e figuri,geni e lestofanti,grandi esecutori e baldracche scrittori e incompetenti.Sullo sfondo Napoli sovrana ancora non del tutto globalizzata (ma prossima ad esserlo...),il Circolo,i bassi,con il tratteggio di personaggi squallidi ,ed eccezionali non necessariamente noti al gran pubblico,peraltro sempre piu' ineducato e superficiale.
 Isotta non risparmia proprio nessuno e valorizza i meriti piu' che le costruite apparenze.
 Il tessuto narrativo e' sempre alto e coinvolgente,con misurati salti di prospettiva storica ,con fuochi pirotecnici che pure rendono assai  stimolante il testo che si puo' leggere come un romanzo di vita.
 Letteralmente inviso e a volte odiato da lestofanti,incolti e da certa sinistra erede del pregiudizio illuminista e della difesa infallibile delle utopie ideologiche modernizzanti,gia' sotto l'egemonia del PCI e oggi sotto i dettami del partito laico o cattocomunista ,progressista e ''colto''per autodefinizione di''Repubblica'',si puo' immaginare la traversata difficile e piena di insidie di chi,come Isotta e con lui pochi altri come Piero Buscaroli e Quirino Principe per ricordarne alcuni,hanno sempre valutato e giudicato con liberta' le cose della musica,della letteratura e dell'arte.
 Certo sara' indigesto per molti leggere le cosiderazioni isottiane sull'Italia fra le due guerre e dei suoi primati,di Giovanni Gentile maggior filosofo del Novecento, senza rinnegamenti e paure nominando la RSI non come male assoluto ,pur giustamente scrivendo e sottolineando le colpe di Mussolini ''nella bovina soggezione a Hitler''.Tutto cio' senza facili rinnegamenti e senza paure ,dando pure del traditore a chi recentemente ha svenduto tutto,bene compreso oltre il male da riggettare,per un piatto di lenticchie scotte .
 ''Non gradito'' persino alla mortifera Scala milanese,per i suoi articoli al calor bianco e la sua indipendenza,Isotta resta profondamente radicato nella solarita' napoletana,alla sua stessa genealogia,senza sciovinismi e macchiettismi,anzi il testo incrocia molte vicende e personaggi di varie latitudini,compresa Palermo,la Sicilia che ricorrono spesso,con apprezzamenti vivi di artisti e organizzatori colti di cultura come Pietro Diliberto,anima del''Massimo'' di Palermo per piu' decenni e suo sodale.Mi sono molto piaciute le pagine dedicate a Franco Mannino,indimenticabile compositore,direttore d'orchestra e pianista non sempre valutato come altamente meriterebbe (consentirete la citazione per ricordare che Egli scelse 17 mie poesie per altrettanti Melologhi che furono eseguiti dallo stesso Mannino tornato per l'occasione al pianoforte, nel 1995 all'Oratorio del Caravita a Roma,con enorme successo,insieme alle poesie di Maria Luisa Spaziani e di Anna Lucchiari,replicando con egual consenso a Napoli,in Umbria e a Cosenza,senza dimenticare la trionfale Prima di''Panormus'' dello stesso Mannino,perfettamente diretta dal maestro Umberto Bruno alla meravigliosa Basilica di San Francesco di Palermo e da me voluta).
 Paolo Isotta dedica altre belle pagine ai siciliani quali Scarlatti,Gino Marinuzzi,Giuseppe Mule'ed una meritoria citazione per Consuelo Giglio,non mancando di aggiungere  le pungenti stroncature di tanti mestieranti e radical chic oggi ai vertici,pure in Sicilia.
 Profondo il radicamento di Isotta nella fede religiosa e  tradizionale di sempre dei padri,non solo in San Gennaro ,ma pure in un Santo antimoderno come Pio da Pietrelcina.
 Certo qualche aneddoto ''spinto'' andra' di traverso ai moralisti da strapazzo (Dio ci liberi dai moralisti che risultano spesso fra i viziosi),ma il libro tiene avvinti elegantemente per vasti orizzonti,fino alla fine,confermando in Isotta una cultura,anche letteraria,straripante (fondanti le pagine su Manzoni,su Bach controriformista,su Eliot e quelle finali''Immagini di perfetta felicita') nonché una ricerca inesausta di armonia e bellezza ,sorretta da uno stile che possiamo riscontrare terso anche nella compenetrazione dei paesaggi,specie della Sicilia orientale.
 Libro,insomma,da continuare a consultare con gusto,assaporando una pratica di liberta' e indipendenza che sappiamo appartenere ormai a pochi,data la decadenza e il conformismo imperanti che poco o nulla risparmia,se non l'intelletto sveglio di chi non si piega e non si rassegna.                                                                                               
Tommaso Romano                    



giovedì 25 dicembre 2014

Vassallo e l' occultamento della cultura cattolica

Pubblico in questo Santo giorno del Natale,un testo sempre forte e stimolante del mio caro e vecchio Amico prof. Piero Vassallo di Genova  tratto dal suo blog contravveleni e antidoti che vi consiglio seguire.Vassallo e' filosofo e scrittore fuori dal coro,molte battaglie le abbiamo condotto insieme fin dal nostro primo incontro a Napoli per il Convegno dell''ALFIERE'' di Silvio Vitale,rivista tradizionalista ora diretta dal figlio Edoardo,dove pure feci la felice conoscenza di uno dei miei Maestri,il professore spagnolo don Francisco Elias de Tejada,che nel 1976 ospitai  e organizzai a Palermo per il primo dei convegni dedicato all'Antigiacobinismo,con Vassallo,Vitale,Paolo Caucci,Pino Tosca ,Giuseppe Tricoli,Gaetano Catalano e molti altri studiosi.Bene ,Vassallo,che non e' uomo facile e accomodante,oggi autore di oltre cinquanta volumi,molti editi da Thule,e radicale critico della modernita',e' stato sempre Amico ed io a lui vicino nel pensiro e nell'azione,come a un grande ,valoroso fratello maggiore,con lievi e non determinanti discordanze su qualche autore o fatto storico politico e sempre con virile lealta' e amicizia, con reciproco ''cuore amico''come direbbe Francesco Grisi.E' con tale spirito che pubblico l'articolo di Piero Vassallo,ringraziandolo per le citazioni,ma soprattutto indicandolo per il suo coerente,profondo e anticonformistico magistero.

Occultamento e rimozione della cultura cattolica


Nell'avvincente sito Il Covile, in data 19 dicembre 2014, Dana Gioia ha elencato puntualmente le condizioni dell'esistenza preconciliare di una apprezzata letteratura cattolica in America: scrittori famosi si dichiaravano apertamente cattolici; il mondo culturale accettava il Cattolicesimo; c'era una letteratura cattolica dinamica e vitale; era presente un'attività critica e accademica  che supportava i migliori scrittori cattolici. L'improvviso venir meno di tali condizioni ha causato il collasso della letteratura cattolica d'America e il suo rinvio alla marginalità. 
 La contemporanea ripetizione in diversi altri paesi dell'eclissi che ha oscurato la letteratura  cattolica d'America e la coincidenza della data delle crisi con l'inizio dell'età postconciliare,  induce a risalire alla causa delle cause citate dalla Gioia: la capitolazione dei vescovi e dei teologi cattolici e la loro consegna alla presunta autorità e attualità del pensiero moderno. 
 Il vento impetuoso della modernizzazione conciliare, che soffiava nelle menti dei vescovi e dei teologi liberali, si è rovesciato nell'ingente biblioteca del Novecento cattolico e la ha trascinata in una macelleria gestita da esponenti della cultura laica, progressista e iniziatica.
 L'efficacia del suicidio consumato dai cattolici plagiati dalle sirene del macello laicista, si misura contemplando la irragionevole, autolesionistica squalifica e l'insensato ripudio di Giovannino Guareschi, lo scrittore italiano più letto e apprezzato nel mondo contemporaneo. 
 Insieme con Guareschi è stata umiliata, calunniata, perseguitata e consegnata al ruggente nulla del laicismo e della trionfale pornografia adelphiana, la totalità della letteratura e della critica del Novecento cattolico: Clemente Rebora, Pietro Mignosi, Giovanni Papini, Ugo Betti, Domenico Giuliotti, Piero Bargellini, Giulio Bevilacqua, Barna Occhini, fra' Ginepro da Pompeiana, Diego Fabbri, Mario Bendiscioli, Adolfo Oxilia, Eugenio Corti, Mario Pomilio, Fulvio Tomizza, Tommaso Romano, Fausto Belfiori, Fausto Gianfranceschi, Alfredo Cattabiani, Dino Del Bo, Ennio Innocenti, Roberto De Mattei, Pino Tosca, Alessandro Gnocchi e tantissimi altri.
 L'autolesionistica devastazione della letteratura cattolica è stata compiuta al riparo delle sentenze anticattoliche di Benedetto Croce e Antonio Gramsci. 
 Grazie a Dio, l'inconsistenza dei giudizi a monte delle solenni stroncature si può facilmente stabilire osservando lo scempio della biblioteca filosofica compiuto da un potere culturale in corsa affannosa/rovinosa verso le heideggeriane terre del tramonto. 
 I ruggiti di Croce e/o di Gramsci non possono esser chiamati a testimoniare seriamente contro la vitalità della filosofia cattolica, interpretata e attualizzata da autori di superiore statura, quali Reginald Garrigou Lagrange, Cornelio Fabro, Etienne Gilson, Marcelo Sanchez Sorondo, Rosa Goglia, Michele Federico Sciacca, Carmelo Ottaviano, Nicola Petruzzellis, Giovanni Santaniello. Giulio Bonafede, Thomas Tyn, Augusto Del Noce, Marino Gentile, Maria Adelaide Raschini, Pier Paolo Ottonello, Paolo Pasqualucci, Antonio Livi, Andrea Dalle Donne, Elvio Fontana. 
 Agli autori insigni militanti nell'area cattolica, la cultura atea può opporre soltanto  i  desolati/spettrali banditori del nichilismo neognostico, elucubrato dai maestri francofortesi e tragicamente vissuto da Simone Weil  e da Hetty Hillesum. 
 L'irragionevole aggressione al patrimonio teologico, filosofico, letterario e artistico della Chiesa Cattolica, in definitiva, dimostra che la guerra alla cultura tradizionale è stata dichiarata dall'invidioso e impotente pregiudizio neo-illuministico, autorizzato a far danni dalla desistenza oltre che dallo sbandamento della gerarchia ecclesiastica e dalla indifferenza (onestamente confessata dal compianto Flaminio Piccoli) della classe politica democristiana.
 Sotto la pietra tombale che l'invidia borghese e la fragilità ecclesiastica hanno gettato sopra la cultura cattolica al fine di ridurla all'esangue figura delle società umanitarie di ottocentesca memoria, si notano tuttavia ostinati segnali di vita. 
 Censurati e silenziati dalla macchina di un apparato animato da inestinguibili furori, i cattolici refrattari alla suggestione suicidaria dei neomodernisti, lavorano, in ordine sparso ma con indiscussa efficacia, alla ricucitura del tessuto della tradizione, vivente malgrado gli strappi causati dai corni dei rinoceronti al galoppo ora laico, ora esoterico ora clericale.
 Inutilmente vessato, il samidzat cattolico lancia segnali di una vitalità imprevista e insospettata, dunque capace di superare il muro del silenzio orchestrato dalle società di spensiero e di attraversare il vuoto pneumatico prodotto dal conformismo clericale.
 Alla qualificata produzione di saggi filosofici e teologici, intesi alla demistificazione del nichilismo avanzante sotto i proclami della presunta felicità libertina, si aggiunge l'animosa fatica dei poeti e dei narratori d'area. 
 Le impavide case editrici, Solfanelli, Cantagalli, Leonardo da Vinci, Effedieffe, Sacra Fraternitas Aurigarum in Urbe, Edivi, Fede & Cultura, Thule, Amicizia Cristiana ecc., condotte da imprenditori miracolosamente scampati alla infetta slavina del modernismo clericale, stanno conquistando i lettori attivi nell'area del dissenso e perciò riescono a valorizzare autori altrimenti destinati a scivolare nel gorgo polifrenico della squillante & nientificante neodestra.  
 Intorno alle case editrici e ai siti internet in continua espansione, si costituiscono cenacoli cattolici in grado di varcare la cortina del silenzio e di mobilitare il disagio dei tradizionisti, ad esempio organizzando la partecipazione di quarantamila fedeli irriducibili alla marcia romana per la vita. 
 Se dalla vasta e frastagliata area della cultura vivente nella fede cattolica si affermasse la figura di un capo capace di coordinare le ingenti e nobili fatiche dei singoli studiosi, dei loro editori e del loro lettori, si potrebbe finalmente costituire un laicato cattolico unitario e perciò atto a resistere efficacemente alle slavine mentali prodotte da apostati, eretici e conformisti.

martedì 23 dicembre 2014

7 Tessiture dal Mosaicosmo

Nel 2008 usciva in elegante edizione un libretto a mia firma per '' I Quaderni del Pensiero Mediterraneo'' dal titolo ''7 Tessiture dal Mosaicosmo'',che, come fu detto allora,furono scritti in quella che definii 'l'ora allucinata'' dalle 05,10 alle ore o6,10 del 1 Febbraio 2008
Quel breve testo anticipava il piu' ben ponderoso ''Essere nel Mosaicosmo''dialoghi con Maria Patrizia Allotta e Luca Tumminello ,con una testimonianza di Arturo Donati edito in numero monografico da ''Spiritualita' & Letteratura'' nell'Agosto 2009
Le 7 Tessiture ebbero buona accoglienza,ancor maggiore ''Essere nel Mosaicosmo''.Delle Tessiture il grande,indimenticabile Amico e Maestro Giuseppe Bonaviri scrisse ''un grande tappeto poetico,un mosaico nel cielo'',il testo fu poi ripreso dalla bella rivista di Pesaro diretta da Sandro Giovannini ''Letteratura Tradizione'' n.42,Maggio 2008 ,nonché dal mensile ben diretto da Germano Scargiali e Lydia Gaziano ''PalermoParla'' e recensito,fra gli altri da Gregorio Napoli sul ''Giornale di Sicilia'' e ancora da Mariolina La Monica,Domenico Cara,Francesca Luzzio,Silvia Giudice Grisafi,Giulia Sommariva su ''Il Serrano''.Tali note,con alcune altre sull'''Essere..''si possono consultare sull'altro sito gemello www.mosaicosmo.altervista.org
 
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sabato 20 dicembre 2014

  Memoria viva e' per me quella dell'Ing. Giovanni Volpe,a trent'anni dalla morte avvenuta a Roma a conclusione di un suo discorso alla benemerita Fondazione Gioacchino Volpe da Lui creata per onorare il suo grande padre e storico valoroso.Nel 1964 aveva fondato la casa editrice Volpe,che insieme a poche altre come il Borghese,ebbe il coraggio di pubblicare il meglio di Autori noti o esordienti, fra cui non posso dimenticare Marcel de Corte,Gustave Thibon,Luis Salleron che proprio ai Convegni, potei direttamente incontrare e con de Corte e Thibon addirittura cenare allo stesso tavolo,e con me de Corte pubblichera'poi. ''La cecita' di Roma''sul caso Maurras.
.Impossibile trascrivere i nomi degli Autori Volpe da Evola a Regine Pernoud che mi ha insegnato la grandezza del Medioevo e la sua luce,e ancora Bonnard, Tamaro,Fausto Belfiori ,Francesco Grisi,Piero Vassallo,Pietro Gerbore,Fausto Gianfranceschi Emilio Bussi ,e tanti altri.
  Uomo di gran carattere e di viva passione patriottica,cattolica e monarchica fondo' le riviste ''La Torre'' e ''Intervento'' curando con partecipata competenza le pubblicazioni ,i Convegni annuali e i Seminari di Studio in Romagna a Milano Marittima e a Monteleone,ai quali giovanissimo partecipai,avendo come direttore del mio Corso l'indimenticabile medioevalista professore Marco Tangheroni che ricordo con affetto e ammirazione.Era il 1973....
  Volpe e' stato autentico Maestro di rigore e liberta',esempio di grande coerenza e di intransigente fede cattolica romana,amo'l'Italia che vedeva gia' sprofondare e non aveva paure nel denunciarlo,specie sul piano morale e politico.Chi doveva portarlo al Senato colpevolmente non lo fece e forse fu piu' giusta la Sua nomina alla Consulta dei Senatori del Regno.
  Ho avuto il privilegio della Sua conoscenza e forse della Sua stima,tanto che volle intervenire alla presentazione delle mie edizioni Thule da poco fondate nel 1971 ,che presentai a Roma grazie a Carlo Fabrizio Carli, ed in quella occasione mi disse pubblicamente che sarei stato un degno suo erede...Certo esagero',ma non manco' mai di accordarmi affetto e fiducia, non solo a Roma ma pure a Palermo dove l'invitammo con Pippo Tricoli per una riuscita Conferenza.
  Oltre al ricordo mi restano alcune lettere e fotografie e ancor piu' l'insegnamento e l'esempio.
  Pochi hanno ricordato Volpe e fra questi l'ottimo Roberto de Mattei, sul ''Foglio'',che certo e' oggi punta di diamante di quella scuola degli anni Settanta che l'Ingegnere seppe formare.    
                                                                                                                    Tommaso Romano
Sono lieto invitarvi lunedi' 22 Dicembre 2014 ore 17,30 presso l'Archivio Storico Comunale,via Maqueda ,157,Palermo,per la presentazione del volume di Elide Triolo ''Dipingere l'Anima.Abisso interiore fra mito e simbolo'',Fondazione Thule Cultura,che sara' presentato da S.E.il Dott.Gianfranco Romagnoli,e dai Prof.ri Antonio Martorana e Tommaso Romano.Coordinamento di Umberto Balistreri e Vito Mauro.L'evento sara' arricchito dalla Performance Musicale di Lucilla Benanti,Armando Fiore e Daniele Guttilla.Un vivo ringraziamento alla Direttrice Dtt.ssa Eliana Calandra,al Cons.Davide Gentile ealla Dott.ssa Anna Massa.
La Parola ha un suo valore fondante che non puo' essere disperso,soprettutto quando si tratta non della parola in quanto tale,ma in quanto esperienza forte di un linguaggio che e' Verita'.
.La parola e' troppo importante per poterne a piacimento abusare.Limitarla e' un obbligo.
Spesso e' la ricerca del silenzio che ci spinge a parlare tanto.
                Alcuni Frammenti tratti da Non bruciate le carte, di Tommaso Romano,ed. Prova d'Autore,Catania,2009

giovedì 18 dicembre 2014

Sono lieto invitarvi venerdi' 19 dicembre 2014 Sala delle Lapidi del Comune di Palermo ore 16 30 alla prersentazione del nuovo volume di poesia di Stefano Lo Cicero Segmenti memoriali,Thule,con l'intervento di Salvatore Lo Bue e di Tommaso Romano ed il coordinamento di Giuseppe Bagnasco.Alcune Poesie verranno lette da Camilla Santoro,Lilli Rizzo Del Bosco e dall'Autore.Intermezzi musicali del Maestro Francesco Martorana.Saluti del Consigliere Comunale Avv.Giulio Cusumano.L'ingresso e' libero .SI sringrazia la Presidenza del Consiglio Comunale.

mercoledì 17 dicembre 2014

Veglio come ogni notte
assaporando
residui silenzi
interrotti da acufeni ingombranti .
Dorme quasi tutto il possibile
dorme ragione
dorme sogno senza sogno
dorme gesto meccanico
senz'amore né sorte
dorme scialo
e pure miseria dorme
e chi,sveglio fra pochi,
dormire vuole,comunque,
in sulfurei additivi
o perso nell'etere
di menzogne sonnambule
.L'alba senza risveglio
portera' raro volto alla luce
e la morta ripresa dei ritornanti
rumori truci e stridule voci
fra gas asfissianti
in volgarita' sprofondanti
e le gazzette di sangue.
E.Allora.
Vegliare alla notte
per un verso soltanto
in tempo d'Avvento.                                                                    
                                                               Tommaso Romano
alle 3 del 18 dell'ultimo mese dell'anno non piu' di grazia del 2014

domenica 14 dicembre 2014

CARO LETTORE,
E' domenica 14 dicembre del 2014 e sono le 15.40. Comincio insieme a te una nuova per me avventurosa impresa, tenere un blog che penso come un diario di bordo, con notizie utili e riflessioni multiformi come mio stile, in ogni dominio che investigo, dalla filosofia alle scienze umane, dalla poesia, che resta mio primo fondamento, alla storia, all'arte, alla scienza della biografia, alla riflessione metapolitica sul quotidiano, periglioso scorrere delle cose di questo nostro mondo in crisi.
Non a caso parlo di avventurosa impresa perché amo poco il freddo strumento che usiamo, scrivendo ancora a penna tutto ciò che poi pubblico o conservo, e tuttavia senza alcuna abiura mi cimento, per rendere quotidiano il mio comunicare con voi e per riflettere io stesso.
Sarà anche uno strumento immediato per far conoscere quanto vado facendo, conferenze, convegni seminari, presentazioni, anticipazione di libri e articoli, segnalazione di altri blog e siti, giornali e libri altrui che mi piacerà promuovere, insieme a fatti o avvenimenti piccoli e grandi.
Ospiterò note di Amici e Corrispondenti che riterrò vicini alle tesi e alle problematiche di questo blog, e in particolare alla mia dimensione spirituale e culturale; risponderò a tutti i cortesi interlocutori che vorranno scrivermi in privato e non in piazza, alla mia mail  info@tommasoromano.it
Poche parole infine sulla visione e dottrina, ormai, del Mosaicosmo che come forse saprete è un neologismo da me creato, che ha trovato con i miei scritti e interventi un seguito non credo effimero, e che posso riassumere brevemente riferendomi all'unicità e irripetibilità dell'uomo creato da Dio la cui presenza nel mondo da genio o da raccoglitore di lattine, non importa, persisterà sempre e sempre avrà un suo posto che non si annullerà e vivrà   nel Cosmo, come una sorta di tessera di un immenso mosaico nei cieli che continuerà a brillare, o a esser tenebra, lasciando così, ogni giorno, ognuno di noi un segno come consegna, e questa è la Tradizione imperitura che dobbiamo salvaguardare, comunque rispettando noi stessi per essere veramente di ausilio agli altri, senza però l'albagia del falso filantropismo che annulla e isterilisce. In tempi apocalittici dobbiamo riscoprire l'orgoglio e la missione dell'esserci per seguire Cristo come liberi ma fedeli discepoli, coscienti del gravissimo sovvertimento in atto nelle Istituzioni, nella Politica, nella Formazione, in buona parte della stessa Chiesa Cattolica, fra lo sbandamento esistenziale e lo sradicamento, il nichilismo e il vuoto, in uno stato che pare di anestesia collettiva, con la frana dell'Etica e del Senso Comune.
Bisogna quindi prendere coscienza, insorgere per Risorgere. Rivestirci di Sacro, riscoprire l'Assoluto che è armonia e bellezza, per ritrovare pienezza e Verità.
Avremo tempo e modo per potere approfondire e confrontare tanti temi nodali, ineludibili.
Intanto, grazie                                                                          

Tommaso Romano