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Giornata Nazionale dell'Arte dell'UCAI-Unione Cattolica Artisti Italiani a Palermo nella Chiesa di san Giiorgio dei Genovesi Sabato 6 Maggio
L'INTRODUZIONE AL VOLUME
Far
dialogare i linguaggi e metterli in relazione è sempre stato un compito a cui
ha atteso l’U.C.A.I. e che questa stessa rassegna
propone ancora come esempio alto e confronto, anzitutto, spirituale, tra
artisti che non credono alla loro onnipotenza ma si richiamano ad una fede
trascendente che piuttosto li valorizza senza albagia.
L’artista,
infatti, è un facitore di ponti fra la realtà e il suo essere e il manifestarsi
idealmente nella realtà stessa, attraverso le proprie opere.
Chi
sostiene la scissione e l’autonomia dei linguaggi settoriali nell’arte, ha certamente
una visione parcellizzata e non organica della creatività che gli deriva,
invece, da un Dono che lo trascende e che egli stesso può affinare nella
ricerca di un continuo perfezionamento.
L’arte
ha così una specificità redimente che va perseguita o facendola e svolgendola
come atto o fruendola come balsamo spirituale.
Tuttavia,
è dalla natura che apprendiamo il significato profondo del fare arte, non solo
come imitazione, ma come ri-creazione ideale e concettuale.
Ora,
davanti allo svolgersi contraddittorio della modernità e all’avvento del
nichilismo, l’arte diviene sempre più una necessità etica ed estetica al
contempo, in grado di costruire possibilità di umanesimo che resiste alla
barbarie.
A
patto però che l’arte non diventi insensato minimalismo, incoerente
pragmatismo, ricerca spasmodica del brutto. E ciò vale in tutti i domini in cui
l’arte si manifesta: la pittura, la letteratura, la musica, la scultura, la
parola filosofica, la cinematografia, appunto in manifestata unità, in
oltreprassi, in autentica liberazione dall’ovvio.
Anche
i luoghi, come il castello a mare di Palermo, hanno un eminente significato
simbolico, per ciò che rappresentano storicamente e per quello che
metaforicamente ci propongono come riflessione ulteriore sull’esserci, sul
divenire e sul nostro stesso destino.
Affidare
il talento, quindi, non al narcisismo ma alla perennità cosmica è non solo
auspicabile ma compito doveroso per ridare senso e significato ad ognuno, in
grado di umilmente discernere e di potere rendere così testimonianza alla
bellezza, alla natura, all’unicità della vita, che Dio ci ha consegnato e che
abbiamo il dovere di preservare e affermare senza necessariamente piegarci alle
mode e al tempo oscuro che viviamo.
Tommaso Romano
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