I miei numerosi incontri-dialoghi, non solo palermitani, con Mario
Luzi (Castello di Firenze, 20 ottobre 1914 – Firenze, 28 febbraio 2005, poeta e
letterato fra i maggiori del Novecento che non ha certo bisogno di
presentazioni) li debbo al poeta Elio Giunta e alla sua guida, con Mimmo Bruno
e Piero Longo, del prestigioso Centro di Cultura “Giuseppe Pitrè”, che operò a
Palermo intensamente nell’ultimo scorcio del secolo scorso, e di cui lo stesso
Giunta, per la Ila Palma, scrisse un saggio rievocativo di gran pregio dal
titolo Romanzo letterario palermitano
(2011).
Conobbi Luzi alla fine degli anni settanta, ebbi corrispondenza
partecipe con il grande Maestro, con cui era uso intrattenersi anche in
affettuosi incontri conviviali, indimenticabili, oltre che in occasione di
recitals, premi, incontri culturali, convegni, mostre (come quella dedicata a
Luigi Di Giovanni dalla Elle Arte). Già con la mia prima rivistina letteraria Terra di Thule, Luzi aveva risposto ad un questionario sulla poesia
e alla sua funzione. Accanto al rapporto personale bisognerà ricordare la
comunione che si instaurò con gli indimenticabili maggiori poeti palermitani
della linea del sacro del gruppo di
Spiritualità & Letteratura e cofondatori della stessa nostra rivista, Giulio
Palumbo e Pietro Mirabile. A noi si affiancavano stabilmente Vincenzo Monforte,
Carmelo Maria Cortese, letterati di
valore da qualche tempo scomparsi, nonché Giovanni Dino, poeta e allievo di
Palumbo felicemente operante a Villabate. Proprio con il poeta e docente di
Alia Carmelo Maria Cortese che fu. Assiduo e sodale e collaboratore specie con
una ineccepibile traduzione dal greco del “Dramma Sacro nella liturgia bizantina” molto seguita, presente Palumbo che
registrava il colloquio e poi ne trascrisse il testo, incontrammo Mario Luzi il
14 luglio 1989 al Jolly hotel (così come allora era denominato il grande
albergo al palermitano Foro Italico), per una intervista, meglio per un dialogo
che, come può constatarsi a 26 anni di distanza, ha ancora un lucente smalto e
un fondamento.
Luzi fu anche Autore, stimolato da Pietro Carriglio, di un opera
teatrale dedicata all’eroico Padre Pino Puglisi, trucidato dalla mafia, dal titolo
Il fiore del dolore del 2003, alla
cui prima al Teatro Biondo assistetti partecipe e che ebbe un seguito
l’indomani con un incontro-recitals, con la partecipazione della poetessa
Caterina Trombetti, con la partecipazione dello stesso Luzi, al Ridotto dello
stesso teatro.
La grande saggezza, il rigore, lo stile di Luzi convergono nel mio
grato ricordo nella sua calda parola e nei suoi alti insegnamenti , insieme
alla sua sconfinata ammirazione per la sua opera poetica e letteraria. Abbiamo
tutti il dovere e la straordinaria possibilità di attingere al suo straordinario magistero.
Come faccio adesso, modestamente, proponendo questo bellissimo testo inedito
del 1989, tutto da meditare e attualizzare.
Di prossima pubblicazione sul numero 87 di Spiritualità & Letteratura
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.