Pittore palermitano, il maestro Lorenzo Maria Bottari, vivente da molti anni a Milano, si è affermato in tutto il mondo come autentico interprete del colore e del sapore della nostra terra, affrontando temi e svariati cicli (molto bello quello del circo), e problemi di natura universale, con una versatilità degna di nota. Al tempo della mia lunga esperienza quale Assessore alla Cultura alla Provincia e poi al Comune di Palermo, ho avuto modo di sostenere questo Artista autentico, anche valente scultore, che veramente concepisce e professa l’arte come scelta di vita totale.
Da Renato Guttuso a Marco Valsecchi, passando per Franco Solmi, Leonardo Sciascia, Gianfranco Ravasi, Alessandro Quasimodo, Salvo Ferlito, Francesco Gallo, Rossana Bossaglia e altri, Bottari ha ricevuto e riceve meritati consensi critici, più volte sottolineati, inoltre, dalle interessanti recensioni che gli dedica Sebastiano Grasso sul “Corriere della Sera”. Anche che scrive, nel 2001, ha vergato alcune note sul Maestro siciliano, ora ripubblicate sul bel Catalogo che dà ragione del suo, impegno, dal titolo “ Lorenzo Maria Bottari. Quarant’anni vissuti con arte” con raffinata cura di Antonio Miredi, ed edito meritoriamente dal Comune di Pioltello, dove Bottari oggi vive. Mi permetto riprenderle, queste note, perché sottolineano, credo, la mia partecipe ammirazione per l’opera di Bottari. "Segno e disperata forza del colore, metafora di una profonda realtà dell'apparenza nella forma che è la cifra del dolore nel circo-vita in cui tutti i pirandellianamente recitiamo a soggetto come si conviene alle anime con l'apparente coscienza a posto. Bottari multiforme e vulcanico, caratterialmente ed espressivamente legato a terre ed esperienze plurali, richiama, forse più che altri artisti isolani, la grande forza inventiva un mitico e fiabesco scrittore siciliano dalla grande statura: Giuseppe Bonaviri. Si intrecciano Bottari gli elementi di una melanconia antica, alla strenua ricerca di una dimensione iconica in grado di soddisfare la misura della quotidianità che lo stesso dispiegarsi del disegno sapientemente e compiutamente registra nell'essenzialità".
Voglio anche segnalare, due altri volumi recentemente editi: il primo è pubblicato dal rinomato Schena editore di Fasano in Puglia, ed ha per titolo “ Dentro le quinte”, con prefazione di Alessandro Quasimodo e di Antonio Miredi. Libro scintillante di versi, colori e memorie, di incontri e di emozioni. L’altro volume-catalogo è invece dedicato da Bottari interamente ad Alda Merini, la grande Alda la cui voce di umanissima, alta poesia tanto ci manca. Il Tributo di Bottari, con una mostra tutta dedicata alla Merini del 2013 alla Biblioteca Comunale di Pioltello, è totale, assai sincero. Disegni, fotografie, oli e tecniche miste incontrano il genio e la lucida, erasmisma follia della Merini, amica per un ventennio di Bottari, a cui pure ha dedicato versi e pensieri intensi, presenti nel catalogo.
Devo confessare che, avendo conosciuto a Milano molti anni fa la Merini, il dipinto a Lei dedicato e posto in copertina, mi appare cogliere la complessa e affascinante psicologia, gli umori, di questa donna che tanto soffrì per amore e per poesia, e di una intensità che reputo realmente come un esito assoluto del suo genio creativo, e della sua libertà ed indipendenza dalle mode, così riconciliandoci con la buona pittura, che nessun artificio potrà distruggere.
Da Renato Guttuso a Marco Valsecchi, passando per Franco Solmi, Leonardo Sciascia, Gianfranco Ravasi, Alessandro Quasimodo, Salvo Ferlito, Francesco Gallo, Rossana Bossaglia e altri, Bottari ha ricevuto e riceve meritati consensi critici, più volte sottolineati, inoltre, dalle interessanti recensioni che gli dedica Sebastiano Grasso sul “Corriere della Sera”. Anche che scrive, nel 2001, ha vergato alcune note sul Maestro siciliano, ora ripubblicate sul bel Catalogo che dà ragione del suo, impegno, dal titolo “ Lorenzo Maria Bottari. Quarant’anni vissuti con arte” con raffinata cura di Antonio Miredi, ed edito meritoriamente dal Comune di Pioltello, dove Bottari oggi vive. Mi permetto riprenderle, queste note, perché sottolineano, credo, la mia partecipe ammirazione per l’opera di Bottari. "Segno e disperata forza del colore, metafora di una profonda realtà dell'apparenza nella forma che è la cifra del dolore nel circo-vita in cui tutti i pirandellianamente recitiamo a soggetto come si conviene alle anime con l'apparente coscienza a posto. Bottari multiforme e vulcanico, caratterialmente ed espressivamente legato a terre ed esperienze plurali, richiama, forse più che altri artisti isolani, la grande forza inventiva un mitico e fiabesco scrittore siciliano dalla grande statura: Giuseppe Bonaviri. Si intrecciano Bottari gli elementi di una melanconia antica, alla strenua ricerca di una dimensione iconica in grado di soddisfare la misura della quotidianità che lo stesso dispiegarsi del disegno sapientemente e compiutamente registra nell'essenzialità".
Voglio anche segnalare, due altri volumi recentemente editi: il primo è pubblicato dal rinomato Schena editore di Fasano in Puglia, ed ha per titolo “ Dentro le quinte”, con prefazione di Alessandro Quasimodo e di Antonio Miredi. Libro scintillante di versi, colori e memorie, di incontri e di emozioni. L’altro volume-catalogo è invece dedicato da Bottari interamente ad Alda Merini, la grande Alda la cui voce di umanissima, alta poesia tanto ci manca. Il Tributo di Bottari, con una mostra tutta dedicata alla Merini del 2013 alla Biblioteca Comunale di Pioltello, è totale, assai sincero. Disegni, fotografie, oli e tecniche miste incontrano il genio e la lucida, erasmisma follia della Merini, amica per un ventennio di Bottari, a cui pure ha dedicato versi e pensieri intensi, presenti nel catalogo.
Devo confessare che, avendo conosciuto a Milano molti anni fa la Merini, il dipinto a Lei dedicato e posto in copertina, mi appare cogliere la complessa e affascinante psicologia, gli umori, di questa donna che tanto soffrì per amore e per poesia, e di una intensità che reputo realmente come un esito assoluto del suo genio creativo, e della sua libertà ed indipendenza dalle mode, così riconciliandoci con la buona pittura, che nessun artificio potrà distruggere.
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