Vede
la luce dopo ventisette anni dall’ultimo degli “Incontri tra Cristianesimo e
Islamismo” un volume di circa duecento pagine edito dall’ISSPE-Istituto
Siciliano di Studi Politici ed Economici (dopo la presidenza di Giuseppe
Tricoli, Dino Grammatico, Ciccio Virga, di chi scrive, ed ora di Umberto Balistreri)
dal titolo Sacro e Profano. Per un
incontro tra Cristianesimo e Islamismo, con il patrocini dei GRE-Gruppi
Ricerca Ecologica e della Fondazione Thule Culturale e con la cura attenta di
Pier Luigi Aurea e Umberto Balisteri, ambedue animatori dei Convegni
palermitani del “Circolo di Cultura Mediterranea” e della rivista “Sacro e Profano”.
Il volume – corredato opportunamente di fotografie dell’epoca con personaggi e
studiosi autorevolissimi convenuti a Palermo nel tempo – dà conto degli atti
dei convegni ricordati, dei Premi Mircea Eliade e del “Solanto”. Si apre, il
bel volume con una introduzione di Aurea e si conclude con una nota di
Balistreri ambedue utilissime per inquadrare l‘importanza degli eventi e il
grande contributo di studiosi e ricercatori sia accademici, che esponenti del
mondo cattolico e islamico, quanto di cultori e ricercatori. Mi pare opportuno
riportare la sintetica, ma assai pregnante, introduzione di Pier Luigi Aurea:
«L’obiettivo principale di “Sacro e Profano” fu quello di costruire uno
strumento di studio e di divulgazione delle tematiche, che in senso lato, si
definirono religiose. E la rivista
non intendeva inserirsi nel novero delle pubblicazioni specialistiche, ognuna
delle quali svolgeva egregiamente il ruolo di approfondimento scientifico, ma
di creare un veicolo di aggregazione, prima di tutto tra loro che già si
incontrarono e stimarono nel corso di vari convegni e riunioni, e poi tra tutti
coloro che, pur da diverse ottiche e da diversi bagagli culturali,
consideravano il sacro la vera essenza della realtà e la via religiosa l’unico
scopo dell‘esistenza umana. Alla rivista del Circolo Culturale Mediterraneo,
sorto nel dicembre del 1981, collaborarono e diedero la loro adesione
personalità religiose, esponenti del mondo accademico e intellettuali di varia
estrazione culturale, ma tutti aperti al dialogo, che significò, e significa,
capacita di ascoltare ed accettare nel massimo rispetto le idee e le esperienze
altrui.
Sono
due gli atteggiamenti che si rifiutarono in senso assoluto: il settarismo e il
sincretismo confusionario. Entrambi gli atteggiamenti, che sembrano opposti, in
effetti rappresentano le due facce della medesima medaglia, poiché indicano in
fondo una scarsa saldezza di principi, in quanto il settarismo, nel suo
arrogante rifiuto di qualsiasi confronto di idee e, anzi, nell‘impedire la possibilità
di esprimere opinioni divergenti, dimostra l’incapacità di difendere le proprie
idee in un confronto franco e libero. Allo stesso modo si rifiutò il malinteso
dialogo, oggi molto di moda, che tende a confondere i riti, le preghiere, etc. nella
ricerca, non certo dell’unità e della sintesi, che implicano un punto di vista
superiore - metafisico - ma nella ricerca di punti di incontro tra le varie tradizioni
religiose al livello più basso: sociale, sentimentale e, al massimo, morale. Già
altre volte abbiamo affermato che consideriamo le diverse religioni ortodosse
come delle vie, con i propri dogmi, i propri riti, la propria etica, indicanti
il cammino verso l’Assoluto. Da cattolici quali noi siamo, e ci sentiamo
profondamente, consideriamo il credente di religione musulmana o ebraica o di
qualsiasi altra religione ortodossa non un nemico da combattere, ma una persona
che segue una via diversa dalla nostra per raggiungere il medesimo fine ultimo.
In questa ottica, il riuscire a cogliere con la massima apertura d’animo la
profonda spiritualità espressa da tradizioni diverse dalla nostra, non può che
rafforzare e, talvolta, permettere anche di capire meglio la via spirituale che
ognuno di noi segue.
E
la rivista(1982-1991) si collegò strettamente all’attività che il Circolo
Culturale “Mediterraneo“ svolse nella direzione di un‘opera volta a risvegliare
la dimensione del sacro. Il titolo stesso - Sacro e Profano - mostra chiaramente come gli argomenti affrontati
- con una campionatura essenziale presentata nel presente lavoro pubblicato
dall‘ISSPE - interessano non solo le tematiche religiose in senso stretto, ma
tutti gli argomenti possibili (letterari, storici, scientifici, di costume)
purché affrontati da un’ottica - per cosi dire. Trascendente.
Per
colui che crede in Dio - per l’uomo normale - non esiste nulla che non abbia un
significato sacro. Il termine profano, pertanto, deve essere inteso nel senso
di quegli aspetti della realtà che la cultura ufficiale e la civiltà attuale,
volta ad un processo di secolarizzazione sempre piu accentuato, considerano
staccati da ogni visione trascendente, ma che la rivista affrontò
esclusivamente da una prospettiva metafisica».
Come
si è potuto leggere un piano di conoscenza reciproca fra le due grandi religioni
del Libro (senza ovviamente escludere l’Ebraica che è base spirituale
ineludibile per tutti i Monoteismi) attraverso l’ottica di penetrazione sui
temi nodali, ma adoperando un metodo che, se avesse fatto ulteriore scuola, non
avrebbe allontanato ma vieppiù fatto comprendere le convergenze e divergenze
partendo però da quel Dialogo dello
Spirito, che fu il tema che trattai e che è riportato, insieme agli Atti, editi delle edizioni Thule, sempre
da me dirette a partire ad 1971. [Segnando la cronologia faremo memoria dei
luoghi, dei temi e della personalità intervenute nel tempo dal 1982 al 1990.
Il
primo Convegno si svolse l’11 e 12 Dicembre 1982 a Mondello, al Palace Hotel,
sul tema “Incontro fra Cristianesimo e Islamismo come soluzione alla crisi del
mondo moderno”. Gli atti furono editi de Thule (e sono ora anch’essi
ristampati), vi compaiono testi nel volume generale di cui occupiamo di Aurea,
del Cardinale Salvatore Pappalardo, di Mentor H. Cionku – Gropa, di Alessandro
Bausani, di mons. Crispino Valenziano, Bent Parodi, Umberto Balistreri, Roberto
Rubinacci, Pio Filippani Ronconi, P. Anselmo Lipari, Abd Al Wahab] Pallacivini,
George C. Anawati, Abdel Wahab Bouhdida, Giuseppina Igonetti, Vittorio Vettori,
Mourice Borremans, Janette Najem Sfeir, Gianni Allegra, Andrea Borruso,
Giuseppina Igonetti, Vintila Horia, Claudio Mutti, Thomas Michel, Janette Najem
Sfeir, Andreas Salama, Salvatore Maria Sergio, Khaled Shamir, Elémire Zolla,
Giulio Basetti Sani, Franco Cardini.
Una
schiera di grande e robusta qualità intellettuale (anche se vi fornisce solo l’elenco),
a cui vanno aggiunto altri protagonisti di cui non sono stati possibile rivenire
i testi: Giulio Bonafede, Giovanni D’Espinosa, Fausto Gianfranceschi, Giuseppe Tricoli,
Gaetano Catalano, Pierre Andrè, Antonio Osnato, Alessandro Musco, Piero Scanziani,
Adolfo Morganti, Maurizio Graffeo, Giuseppe Rovella, Claudio Mutti, Dino
Grammatico nonché di Consoli, Ambasciatori della Lega degli Stati Arabi e di
altri Stati, scrittori, docenti, giornalisti.
Altro
indiscusso protagonista fra Mircea Eliade – a Palermo nel per ritirare il
“Premio Internazionale Mediterraneo”, curato da Nino Muccioli con la Giuria di
cui fecero parte – presidente Mario Sansone, e che riuscii a fare partecipare
con un intervento pubblico, al Convegno cristiano-islamico. Restano fotografie
e una splendida intervista di una intera pagina rilasciata al “Giornale di
Sicilia”, autore il non dimenticato Bent Parodi Morto Eliade, si sembrò buona
cosa dedicargli un Premio da assegnare a latere dei Convegni, che presiedetti
per quattro edizioni, anch’esse memorabili, anche per l’altissima qualità dei
premiati e della Giuria. Nel 1987 fu inseguito il filosofo cattolico Augusto
Del Noce e la cerimonia ebbe luogo nell’Aula Magna della Facoltà di
Giurisprudenza; nel 1988 a Elèmire Zolla complesso indagatore della religioni
saggista e narratore, il premio fu consegnato nella sede della Fondazione
Chiazzese, nel 1989 assegnammo il Premio a Pio Filippani Ronconi autentico erudito,
cattedratico; nel 1990 si rese onore con il Premio Eliade al Prof. Roberto
Rubinacci, islamista e ordinario all’Università di Napoli. Fra i componenti
della Giuria Allegra, Pierfranco Bruni, Grisi, Alfio Inserra, Lucio Zinna,
Orazio Sbacchi, Balistreri, Dino Grammatico Muccioli, Giafranceschi, Orazio Tanelli.
Nel
1997 e nel 2000 si rivolsero a Santa Flavia due edizioni del “Premio Solanto”,
ancora presidiato da chi scrive. Premiammo scrittori, giornalisti e artisti
internazionali quali Romeo Magherescu, Pina Lupoi, Paolo Erasmo Mangiante,
Roberto Andò, Mario Azzolini, Giuseppe Quatriglio, Pino Giacopelli, Sebastiano
Tusa ed altri intellettuali esponenti del genius
loci come Carlo Puleo, Angelo Restivo, Lo Iacono Battaglia, Pippo Ferreri.
Il
resoconto proposto, può apparire un elenco arido di nomi noti o meno celebrati,
nonché di studiosi e addetti ai lavori. Potremmo invece continuare con la ricca
schiera di collaboratori alla rivista “Sacro e Profano”, che uscì, in bella
vesta tipografica, in quegli stessi anni. Ma si rimanda senz’altro al volume che
dà conto meticolosamente e scientificamente di tutto questo e di tanto altro.
Va
detto, però, che quella che abbiamo ricordato fu in realtà una vera e propria
impresa intellettuale e morale e un raro esempio di equilibrio, di reciproca
amicizia e comprensione religiosa e culturale, senza scadere nella spirituale
disputa, nella demagogia dei forcaioli o nel sincretismo che vede con un colpo
di penna annullare le peculiari e vitali specificità delle identità civili e
religiose. Uno sforzo corale, che vide in Aurea e Balistreri gli appassionati e
generosi alfieri, a cui - da partecipe attivo del progetto - va la mia amicale
riconoscenza di studioso, nel ricordo di tanti Amici, seppur scomparsi da anni,
che restano autentici testimoni di una fervida stagione, che vide in quegli
anni Palermo al centro del Mediterraneo, non per trasbordare nell’irenismo e nel
dialogo a tutti i costi, quanto per vivificare la conoscenza e la fede.
Tommaso
Romano
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