venerdì 24 aprile 2015

A Tommaso Romano per Ammirate Biografie

Carissimo Tommaso,
come vedi e come sento, sei salito al massimo grado della mia stima e della mia riconoscenza nei tuoi confronti. Galeotti sono i libri e in particolare, per oggi, quello contenente le “Ammirate Biografie" (Edizioni Arianna, Geraci Siculo, 2010), che gentilmente mi hai donato e che in questi giorni avidamente ho letto.    Motivo fondamentale è l’ampliamento delle mie conoscenze di illustri palermitani e d’altre sponde, alcuni sconosciuti, altri parzialmente noti per alcune letture (G. Ganci Battaglia. S. Di Marco, E. Giunta, Zinna, ecc.), altri per chiara fama (Lo Curzio, Muccioli, Palumbo, Pes, ecc.) e pochi di questi per lunga frequentazione come Salvatore Di Marco e Lucio Zinna.    Ora ho una visione più ampia del nostro (=siculo) Novecento, il nostro secolo in cui abbiamo affondato le nostre radici e la nostra stessa militanza professionale e culturale. Infatti, più che con altri luoghi della Sicilia, ho avuto con Palermo una diretta e privilegiata confidenza, fin da quando ero ancora liceale (una gita-premio per un componimento sul primo decennale dell’Autonomia siciliana), e poi universitario per quattro anni (1958-61) e moltissime volte venuto quale commissario o presidente di Esami di Maturità, Commissioni di esami concorsuali, di cui ultimo quello del 1992-93 con soggiorni a Casa Professa e in moltissimi hotel del Centro e della costa, poi per premiazioni e motivi familiari (visite, matrimoni, lutti, ecc.). In uno di questi impegni professionali, per esempio ho conosciuto una certa Licia Liotta, scrittrice e pittrice che allestì, in tale periodo, una mostra di sue tele a Mondello, in cui mi coinvolse per la presentazione, come il lungo soggiorno del 92-93 mi diede materia per il volumetto “Palermo volti e cuore".    Anche per motivi editoriali, perche ho avuto a che fare col titolare (prof. Leonardo Palermo) della Editrice scolastica Herbita, con Vittorietti, con Umberto La Rosa che, sceso da Roma, aveva avviato un`attività editoriale presto conclusa per varie difficoltà; e con Zinna per più occasioni e motivi.    Tu però, più che la città e le sue bellezze, mi hai fatto conoscere molti cittadini illustri di Palermo e dintorni che si sono distinti in attività culturali e letterarie. Al riguardo, credo che tu in grande e in miglior stile abbia seguito il mio stesso criterio del recente “Per sopravvivere al silenzio": cioè raccomandare, come benemeriti, alla memoria degli amici e dei posteri quelle persone che hanno avuto rapporti con te e di cui potevi rendere piena e calda testimonianza della loro attività. Lo stile di conduzione oltre a quello della scrittura e proprio quello della partecipazione agli altri di tutto ciò che è capitato a te di bello, di buono, di nobile, di culturalmente importante attraverso una fitta rete di amicizie, di occasioni, iniziative tue o di altri, di vario spessore e finalità.    Tu ne hai saputo dare piena testimonianza mettendo in luce, nello stesso tempo, opere, impegni, qualità umane e artistiche di tantissimi protagonisti della cultura palermitana e siciliana o ruotante attorno a questa tua grandiosa capitale, che pur tra tantissimi difetti possiede un enorme patrimonio artistico-culturale non inferiore a moltissime città della penisola (Napoli, Pisa, Genova, Torino, ecc...). Cosi il libro diventa la ricostruzione di un ampio periodo storico-culturale della nostra metropoli attraverso uomini e fatti, opere e incontri, profili e biografie.    Un`altra caratteristica del tuo libro mi pare che sia quella Cristocentrica. Tu, cioè, hai ricostruito un ampio cerchio di fatti, opere, persone ruotanti, quasi tutti, attorno ad un centro singolare, che è la Figura di Cristo dentro o fuori la Chiesa cattolica, non importa - per cui gli interessi privilegiati della Spiritualità ruotano e s’incontrano sulla Cristofilia e Cristologia, (ricordo, per esempio, il poema di G. Ganci Battaglia su Gesù di cui ho scritto in un mio saggio già pubblicato), senza chiasso o velleitarismi, in piena e fideistica interiorizzazione di vita e di acquisizioni. Insomma, moltissime personalità si muovono oggi come ieri attorno a questo centro basilare della storia umana e culturale. Restano fuori alcune figure eccentriche, tipo Raniero Alliata, o che si sono applicate su altri campi come Antonino D’Alia non strettamente letterari, di fronte ai quali si resta ammirati per gli impegni profusi non solo nell’attività svolta ma anche nella scrittura di moltissime opere. Ricchezza di una città-capitale e di una regione tutta speciale.    Oppure c'è da pensare che, pur senza un piano predeterminato ma per intrinseche affinità, la tua scelta e caduta spontaneamente su quelle personalità che presentavano tale caratteristica e che, comunque, ti hanno coinvolto in varie iniziative fin dagli anni più giovanili. Questa porta, ad ogni buon modo, ad una apprezzabile omogeneità di contenuti e di ideali. E poiché la tua presenza è stata ed è continuativa e produttiva, tu resti il protagonista onnipresente, il raccoglitore di un filo rosso che unifica tanta storia e ne produce ancora tanta con ampia ramificazione e fertilità.    Il tuo libro, insomma, non solo mi è piaciuto ma anche mi ha arricchito ampliando le mie conoscenze. Merita di essere più divulgato e utilizzato. Pertanto, ti esorto a prepararne una seconda edizione - lasciando questo stile e questa impostazione d'impronta personale - ampliata e aggiornata, ma pure corredata, anche se tu all’interno dei profili né dai contezza, per ogni personalità, di una scheda bibliografica per favorire la ricerca e l’approfondimento, la conoscenza completa dell’attività produttiva di ognuno. Quindi ampliarla con qualche nome come Damiano Gaziano, originario di Aragona (di cui scrisse la storia dei Naselli in tre splendidi volumi di ricerche storiche), autore anche di bellissimo poema lirico, “La montagna di luce", scritto per la morte del figlio di altissima forza spirituale; vissuto a Palermo in piazza Boccaccio quale direttore didattico fino alla pensione e morte precoce; o qualche altro poeta-professore come Domenico Romano, il latinista della nostra Università, che ha scritto diversi volurnetti di poesia; o come Danilo Dolci o Calogero Messina...    Gradisci, quindi, le mie sentitissime congratulazioni e l'aumento della mia stima.
 
Nino Agnello

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